Pagine verdi: cultura, colture e natura nel parco
L’incontro vuole essere un viaggio attraverso il ricco patrimonio legato alla cultura musicale
popolare bergamasca. Si parla di:
-“baghèt”, è il termine con cui è conosciuta la cornamusa bergamasca, che è presente fin dalla fine
del 1300 nelle valli orobiche. In Santa Maria Maggiore in Città Alta abbiamo infatti una delle più
antiche raffigurazioni, risalente alla metà del 1300. Di questo patrimonio arcaico sono rimasti in
provincia pochi esemplari di strumenti storici e, probabilmente, la testimonianza di uno degli ultimi
suonatori di cornamusa di tutto il Nord Italia: Giacomo Ruggeri di Casnigo, scomparso nel 1990.
Ruggeri è diventata una delle testimonianze insostituibili per l'intero mio lavoro di ricerca, ed è
diventato l’anello di congiunzione tra la vecchia e la nuova tradizione di suonatori bergamaschi.
-la musica delle campane a festa conosciuta come “l’allegrezza”, il suono che ha accompagnato
per secoli tutti i momenti aggregativi della comunità, i riti della religiosità, le ricorrenze gioiose e
tragiche. Protagonista era la figura del campanaro, vero “musico della comunità”, al servizio della
stessa tanto da essere assunto e pagato con un regolare contratto, e che aveva un “alfabeto” di suoni
e musiche da rispettare e riproporre con rigorosa continuità.
-“le campanine”, lo strumento che serve ai campanari per mantenere viva la tradizione delle
campane a festa. Sono una sorta di xilofono, con i risonatori ricavati dal vetro, costruito dagli stessi
campanari. Grazie alle campanine il campanaro teneva a memoria, senza trascrizioni musicali,
decine e decine di brani, da studiare e ripassare prima di salire in cima al campanile. Sono figlie di
una economia povera ma nonostante questo con una ricchezza di linguaggio e sonorità straordinaria
- i flauti della Valle Imagna, strumenti costruiti al tornio, caratteristici di una valle bergamasca
specializzata ancora oggi in manufatti di legno
- flauti e corni costruiti con la corteccia degli alberi. Alla ripresa del ciclo vegetativo, in
primavera, si riesce ancora a distaccare la corteccia dal tronco degli alberi. Con questo materiale si
possono costruire flauti e corni, rimandando ad una conoscenza e ritualità precristiana.
- i flauti in osso. Sopra San Pellegrino, sulla cresta del Castello Regina, è stato ritrovato un flauto in
osso, sicuramente il più antico strumento bergamasco, ora esposto al Museo di Zogno.
Tale patrimonio è nato e si è evoluto in un percorso iniziato secoli fa, ed è arrivato sino a noi grazie
agli ultimi informatori del mondo contadino, riuscendo a vincere la fragilità di una cultura
sostanzialmente orale, legata al labile filo della memoria. Durante l’incontro si proietteranno
filmati, verranno eseguite musiche, si mostreranno gli strumenti, si parlerà di suonatori, balli, storie,
si ascolteranno cornamuse, flauti e campanine, verrà cioè tracciato un percorso che introduca alla
ricchezza del patrimonio legato alla musica ed agli strumenti dell’antica cultura orobica.